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BECHI Ubaldo, Applicato dell’Ufficio Ragioneria, Aspirante Ufficiale di Complemento 38° Fanteria

È anche lui un combattente del Carso; partito il 15 Maggio ’15 « aspirante cadavere » come si diceva atrocemente dei novellini che venivano a sostituire i compagni caduti.

Trasportato dalla quieta vita di casa al micidiale settore di Zagora, pregava pace nei cimiteri dove affiorano le membra rotte dei compagni sacrificati. Ma si batte stoicamente. Una prima volta ferito alla gamba, non lo fa neanche sapere a casa, per non fare impressione. Come tanti buoni figlioli scriveva sempre : « tutto va bene ». Son le parole anche dell’ ultima franchigia, datata 21 Ottobre, il giorno stesso dell’assalto a Zagora. « Tutto va bene. Niente di nuovo ». E dopo poche ore cadeva!

Racconta l’attendente: « Abbiamo sparato un’ora e dopo abbiamo dato l’ assalto alla trincea e il suo caro figlio molto coraggioso, era uno dei primi, ha scavalcato quel brutto reticolato e la trincea.... ». E un compagno (il tenente Oreste Baucchiero) : « Ubaldo è morto da eroe. Avuto l’ordine di occupare un tratto di trincea nemica, io col mio plotone e Ubaldo col suo in compagnia di altri 2 ufficiali, ci slanciammo con ardore verso la trincea e la occupammo facendo qualche prigioniero.

Ubaldo si trovava alla mia sinistra. Ci trincerammo nella nuova posizione conquistata e cominciammo a far fuoco verso il nemico che tentava di accerchiarci. Si attendeva l’ordine di avanzar nuovamente, quando vedo passare al mio fianco Ubaldo, ferito al braccio. Mi disse: stai tranquillo, caro Baucchiero, è cosa leggera; mi ritiro nella trincea austriaca per essere meno esposto ai tiri; ....ma una maledetta palla nemica lo colpiva mortalmente poco dopo ».

Alla sua memoria fu decretata la medaglia d’argento dei valorosi.