Pagina:Lettere e testimonianze dei ferrovieri caduti per la patria, 1921.djvu/11

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fra qualche ora, e non dubito che sarà necessaria anche la nostra cooperazione. Nell’eventualità che le operazioni cui parteciperò pongano anche me nel numero dei gloriosi caduti, non ho voluto che foste privati del mio ultimo addio e questo poco tempo disponibile lo dedico a voi.

Ed una preghiera vi faccio. Che se io verrò a mancarvi (e questa lettera ne sarà la conferma) sappiate sopportare la notizia con animo fermo, come il momento che attraversiamo richiede, come essere italiano impone.

Siate forti, miei cari. Nell’immensità del vostro sacrificio vi sia di conforto e di orgoglio sapere che pure col vostro sangue si è contribuito alla grandezza della nostra cara Patria, della nostra amata Italia, sapere che con quello di altri molti il mio sacrificio ha contribuito a quella vittoria che verrà certo; grande, completa, gloriosa.

Noi tutti abbiamo un debito verso la nostra terra e questo debito io l’ho pagato. Voi pure. Muoio tranquillo, persuaso di aver compiuto interamente il mio dovere di soldato e di italiano, e, quel che più conta, con l’intima persuasione di aver servito una causa giusta.

Se non sarò fra i caduti del primo giorno continuerò a scrivervi come per il passato; se la scamperò, questa mia sarà stata inutile.

Ma è meglio tutto prevedere e questo mio addio non vi sarà inviato dalla persona cui consegnerò la lettera che quando essa avrà la matematica sicurezza che io non son più. Non vi illuda, quindi, la data forse anteriore di qualche altra lettera o cartolina che potrà arrivarvi perchè, naturalmente, non posso prevedere quale sia, dato che venga, il mio ultimo giorno.

Questo tenete dunque per certo: questa mia vi porta il mio ultimo bacio, il mio ultimo abbraccio.

Chiedo perdono a voi ed a tutti per tutto quanto ho fatto che possa avere arrecato dispiacere od offesa; niente ho da perdonare perchè nulla ho ricevuto che richieda perdono.