Pagina:Lettere e testimonianze dei ferrovieri caduti per la patria, 1921.djvu/26

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riamoci i pesci che ci saranno! ma verrò io presto a levarceli col mio fanaletto da bicicletta!

Ho ricevuto una cartolina dalla bella città di Firenze, ma speriamo che presto la vada di nuovo a trovare, da buon ferroviere, per dare un’altra prova di esame da guardafreno; così proprio starò bene.

Cara mamma, fatti coraggio: io è dal primo giorno che son soldato che me ne son fatto, figuriamoci ora! Stai allegra e non pensare a niente: fai come faccio io: io piglio il mondo come viene, mangio e bevo, quattrini non ce n’ho più, ma oggi c’è cinquina! Fatica ne facciamo poca e il mangiare non c’è male! Coi soldi che mi ha dato la ferrovia comprateci la bicicletta, così quando tornerò faremo delle passeggiate».

Erano i soldati più pazienti e più coraggiosi, questi affettuosi figlioli che si dimenticavano nelle memorie e nei progetti di avvenire. Nel fango della trincea cantavano il « Mazzolin di fiori »; morivano colla stessa semplicità delle anime buone nella quale eran vissuti.

GATTI Pietro, A. Applicato del Servizio Materiale e Trazione, Soldato e poi Sottotenente 2° Granatieri

Caduto combattendo, il 30 Marzo del '16, in Val Peuma, presso Gorizia.