Pagina:Lettere e testimonianze dei ferrovieri caduti per la patria, 1921.djvu/32

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braccia implorando «Bono taliano, bono taliano» e si danno prigionieri con una facilità estrema....», «Qui siamo già molto avanti e si spera di andare avanti ancora....». Che la salute regge: «Come state voialtri? State allegri che qui stiamo abbastanza bene..... scusate se scrivo male, ma sono sdraiato a terra perchè le pillole frullano per aria..... gli austriaci ne buscano che è un piacere..... Questo Reggimento è già da 40 giorni che si batte, ma il morale è sempre alto».

4 Settembre '15 (a riposo). «In quanto alla mamma bisogna che non s’impressioni perchè ora sono al sicuro. In quanto all’allegria tutto ci fa stare allegri; qui facce afflitte non ci sono. In quanto alla salute sto benissimo come mai non sono stato. In quanto al coraggio, qui non manca: ormai tutti sono veterani».

Solo dal diario intimo e da una lettera riservata a terzi, sappiamo la verità vera. Eccola.

30 Settembre '15. «Affogato nella tenda (dico affogato perchè la tenda è un lago: non so come mai ancora non vi siano venute le ranocchie) ti scrivo questa mia tanto desiderata lettera..... Partito da Firenze il 25, arrivammo a S. Pietro Isonzo nel pomeriggio (del 26); qui ci mettemmo la tenuta di guerra mentre il cannone rombava. Partenza in camion fino a Polazzo; di qui subito in trincea. La nostra posizione era fra Monte S. Michele e Monte Sei Busi; salimmo in undici su; soltanto io e un altro dovevamo rimanere incolumi. Gli austriaci ci scorsero e cominciarono contro di noi un fuoco d’inferno. Un certo momento sentii un colpo alla coscia: credetti di essere ferito; invece non era altro che una scheggia di rimbalzo. Le pallottole fischiavano in mezzo al miagolio degli schrapnels e gli schianti delle granate. Per fare un discorso corto: in prima linea arrivammo solo io e un altro. Gli altri: sei feriti, un morto, due pazzi, uno dei quali impazzì accanto a me: conservo sempre il segno dei morsi che mi dette: mi aveva preso per un austriaco.

Passai la notte in trincea; la sera dopo all’assalto. Questo non so raccontarlo perchè ci vorrebbe la penna di d’Annunzio;