Pagina:Lettere e testimonianze dei ferrovieri caduti per la patria, 1921.djvu/51

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Finalmente il campo trincerato di Nova-Vas è al completo; i comandanti incidono nel rifugio una iscrizione commemorativa: Nono mese di peregrinazione Campo trincerato di Nova-Vas 24 Febbraio ’16. «I Comandanti le sezioni mitragliatrici del 127° Reggimento Fante ma in questo luogo stabilirono il loro comando e la loro dimora, dopo di avere a vita nuova risanati questi ambienti, abbandonati e fatti squallidi dalle sciagure inevitabili della guerra contro l'oppressione e la barbarie austro-tedesca. Viva l'Italia e la libertà». E il Minuti, meno affaccendato, ritrova tempo per le preoccupazioni politiche generali sulla condotta della guerra; vorrebbe che l’Italia rischiasse tutto dichiarando subito guerra alla Germania e che gli sforzi degli alleati fossero più coordinati. «Credo che l’Italia si sia convinta o si debba convincere che la guerra deve esser fatta in comunione, con identità di scopi c di vedute. Guai a lei se pensasse o agisse diversamente. Oggi il 1866 non deve rinnovarsi, nè si rinnoverà». Il 19 Marzo, alla vigilia dell’attacco alle micidiali posizioni di S. Maria di Tolmino ove cadde da prode, scriveva ancora, calmo nell’attesa. «Sto sempre benone. Le solile speranze mi animano e comunque mi sorreggono l’entusiasmo e la fede». Non aveva altro da aggiungere. Il suo testamento lo avea mandato tanti mesi prima al padre: 20 Ottóbre ’16. «Vivi fiducioso sempre; non temere di me. Abbi, e ti sia di conforto in ogni eventualità, la sicurezza che il tuo figlio, che è il tuo sangue, farà onore al suo nome e alla causa comune».