Pagina:Letturecommediagelli.djvu/139

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sono: l’aria ne teme, il grido ne va sino al cielo), il desiderio, come dice qui il Landino, che hanno i superbi e gli ambiziosi, quando ei pervengono in qualche grado alto, di essere onorati da i superiori e da i grandi uomini.

E dopo queste egli pone finalmente il terzo impedimento, riscontro da lui, come gli altri, al principio dell’erta; e questo è lo appetito immoderato delle ricchezze, chiamato da noi vulgarmente avarizia; figurata da lui come una lupa, per le similitudini che ha questo animale col vizio della avarizia. Imperò che così come la fame è tanto grande nel lupo, ch’egli usa ogni tradimento e ogni rapina per saziarla; nè gli basta, quando egli assalta un gregge, ammazzare una pecora o due, che gli sarebbono assai per cibarsi, ma le ammazza se egli ha tempo tutte, pensando non si potere mai empiere; così ancora lo avaro cerca con ogni modo, ben che ingiusto e non lecito, di saziare la fame ch’egli ha de l’oro. Nè gli bastando mai quello ch’egli ha, gli cresce sempre insieme con i tesori ancora lo appetito e la fame di quegli, in quel propio modo che cresce ancor sempre, quanto più bee, la sete al ritruopico, come scrive Orazio nelle sue ode, parlando ancora egli de gli avari. La qual cosa volendo egli esprimere, dice:

Ed una lupa che di tutte brame
Sembrava carca nella sua magrezza,
E molte genti fe' già viver grame;

dimostrando che oltre all’essere ella molto secca e macilenta, ella pareva ancor molestata e carica di tutti gli appetiti e di tutte le voglie. E questo tale appetito è quello, dice il Poeta, il quale ha fatto e fa viver molte genti grame, cioè dolenti e infelici; chè così dice il Landino, che significa questa voce in lingua lombarda. Questo vizio dell’avarizia è tanto propio e peculiare della vecchiezza, ch’ei si dice quasi come per proverbio che i vecchi sono tutti avari. E i poeti comici non pare che rappresentino cosa alcuna altra pià spesso, che vecchi i quali sieno per rispetto della loro avarizia odiati da’ figliuoli, ingannati da’ servi, o condotti da la speranza di qualche tesoro a far cose semplicissime e ridicole. E la cagione