Pagina:Letturecommediagelli.djvu/157

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Che io veggo certamente, e però il narro,
A darne tempo già stelle propinque,
Sicure1 d'ogni intoppo e d'ogni sbarro;
Nel qual un cinquecento dieci e cinque,
Messo da2 Dio, anciderà la fuia;

cioè ch'e' sarà, mediante la benignità de gl'influssi celesti, mandato da Dio un duce (imperò che cinquecento quindici si segna per alfabeto con un D, con V e con un X, le quali lettere rilievano Dux), il quale occiderà e spegnerà del tutto questa fiera dell'avarizia. E questa medesima opinione tiene ancora l'Imolese. Il Leneo da Bologna dice oltre di questo, allegando gli Astrologi e particularmente Albumasar, che il mondo si regge a etadi, e che in ciascuna età regna e domina uno de' sette pianeti, e che nella prima età regnò Saturno; e questa fu quella età de l'oro, tanto celebrata da' poeti, nella quale, essendo fra gli uomini quasi ogni cosa a comune, non ebbe luogo alcuno l'avarizia; ma dipoi venendo l'altre età di Giove, di Marte, per infino a la settima (nella quale ei tiene che noi siamo, e se non entrati vicini a l'entrare) dice ch'ei nacque, mediante il tuo e 'l mio, nel mondo essa avarizia; la quale è cresciuta dipoi sempre di tal sorte, ch'ella ha una forza e uno imperio grandissimo; e così dice ch'ella arà, infino che, finite tutte queste etadi, ricomincerà a regnare di nuovo Saturno; nel quale tempo verrà uno che la spegnerà e farà morire; e questo dice che sarà Cristo benedetto, il quale non si ciberà di cose terrene, ma di sapienza, di amore e virtude; le quali tre cose, dice questo espositore, si convengono solamente a la Santissima Trinitade. E quando ei dice dipoi:

E sua nazion sarà tra feltro e feltro,

dice che questo significa, quando noi lo vedremo venire in aria, tra il cielo e la terra, a giudicare il mondo. E questa opinione pare ancor che tenga medesimamente il Landino. Niente di manco a me par ella molto curiosa; e non posso in modo alcuno credere, che se Dante avesse voluto parlar

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  1. Cr. Sicuro.
  2. Cr. di.