Pagina:Letturecommediagelli.djvu/174

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sono ancor chiamata similmente scenofegie quelle feste che gli Ebrei fanno in memoria di quando ei furon cibati da Dio di manna nel deserto; nelle quali fanno ancora eglino certi tugurii e certe capannette di frasche, sotto le quali eglino stanno dipoi a cantare i loro cantici e i lor salmi. Assomiglia adunque questo savio uomo questo mondo a una scena, per avvenire propriamente a gli uomini, mentre ch’eglino stanno in quello, quel che avviene nel recitare sopra le scene i loro poemi a gl’istrioni. Imperò che come essi istrioni sono vestiti da quei che guidon la favola, chi da ricco, chi da povero, chi da milite, chi da servo, e chi da una cosa e chi da un’altra, e di poi salgono in su la scena a operar ciacuno il meglio ch’egli sa, secondo che si conviene a la persona ch’egli rappresenta, e finita la favola si spogliono, e tornon poi tutti nello stato ch’eglino eran prima; ove ciascuno è allora lodato o biasimato, secondo che egli ha meglio o peggio rappresentato quelle azioni le quali si convenivono a la persona de la quale egli era vestito; così sono similmente ne’ loro nascimenti da chi guida il tutto vestiti gli uomini variamente secondo che pare a lui, ed entrando di poi così vestiti nel mondo, vive e opera ciascuno secondo o ch’egli sa o ch’egli vuole; e dipoi, finita la loro vita, sono ancora eglno similmente spogliati da la morte, e si ritorna ognuno nudo come egli venne nel mondo; ove ciascuno è allora o biasimato o lodato, secondo ch’egli ha o peggio o meglio operato in quello stato e in quella professione nella quale egli era stato posto.

L’altra cosa, la quale è da considerare in questo detto, è perchè questo sapiente dica che l’uomo sia il più maraviglioso ente ch’egli avessi scorto in questo universo. Il che ricercando con grandissima dottrina il predetto Conte Mirandolano, e non gli parendo sufficienti quelle qualitadi, ancor ch’elle sieno molto degne e molto grandi, che si predican comunemente di lui, chiamandolo chi poco minore degli Angeli, chi famigliare degli Dei, chi Re delle cose inferiori e chi interpretre della natura, si risolve finalmente, che quel che lo fa tanto eccellete e tanto maraviglioso sia solamente lo essere stato fatto da la natura libero. Imperò che dove tutte le cose, e particularmente