Pagina:Letturecommediagelli.djvu/192

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essere sempre la seconda fondata sopra la prima, e la terza sopra la seconda, quella ch’è fondamento può stare da sè sola e separata da l’altre; ma ei non può già stare, per il contrario, quella che è fondata, per sè sola e senza fondamento; onde può stare la potenza vegetativa senza la sensitiva, come si vede nelle piante, e la sensitiva senza la intellettiva, come si vede negli animali; ma ei non può già star la sensitiva, senza la vegetativa, nè la intellettiva senza la sensitiva. E quell’anima la quale ha tutte queste potenze, come è quella dell’uomo, si chiama veramente perfetta. Nella nobilissima parte della quale anima umana egli dice esser più virtudi. Delle quali una si chiama, usando le parole sue medesime, scientifica, e un’altra ragionativa. E queste sono lo intelletto, con il quale noi intendiamo i primi principii, e la ragione o vero discorso, con il quale noi acquistiamo dipoi la cognizion delle scienze. Oltre a le quali virtudi dice essere ancora nell’anima nostra la consigliativa, la giudicativa, la ritentiva e molte altre. E tutto questo aggregato di queste virtù, considerate insieme, dice Dante che si chiama e si esprime con questo nome mente; soggiugnendo, per confirmazione di questo suo detto, ch’ei non si dice mai per tale cagione degli animali bruti ch’eglino abbino mente, ma solamente delle sustanze divine e degli uomini; e che di questi, quegli che, perchè ei ne mancono, sono stolti, son chiamati nella grammatica amenti o dementi, il che vuol dire tanto, quanto senza mente. E questa mente, per partecipare ella del divino, ed esser retta e guidata da la ragione, dice il Poeta nel testo, ch’ella non erra. E per tal cagione, cercando egli di rendere più attenti ch’egli poteva gli ascoltatori, egli promette solo di dire di tali cose quello che arà saputo ritrarre da ’l vero esempio essa mente. E perchè tal cosa gli pareva pur molto difficile e faticosa, egli chiama in suo aiuto primieramente le nove Muse, e dipoi il valore e la forza dell’ingegno suo, dicendo:

O muse, o alto ingegno, or mi aiutate.

Chi fussero le Muse e quante, il significato de’ loro nomi, e per qual cagione i poeti abbino per costume, ne’ loro poemi, di