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mamma, la quale, pel suo stato sempre un po’ malaticcio, non doveva aver rimescolii di nessun genere.

Pietrino durò un gran pezzo a sentir male al fianco, specie quando si metteva a sedere, e spesso era lì lì per fare una boccaccia, ma era in lui così potente il timore di affligger la mamma o di mortificare Alessio, che quella boccaccia diventava quasi sempre una risata... insulsa.

La mamma non sapeva il perchè di quel ridere senza ragione e sgridava il piccolo martire. Ma Alessio urlava subito:

— Lascialo ridere, mamma, lascialo ridere!


Per un chicco di grano.


La mamma prese Lello sulle ginocchia e si mise a guardare i campi a traverso i vetri della finestra. Era un tempaccio triste, noioso, buzzone: un vero tempo d’autunno. Sugli alberi non c’era rimasta che qualche foglia ingiallita, che penzolava dal ramo; i lieti canti degli uccellini erano cessati, e già sulle lontane alture di S. Francesco e di Vallombrosa biancheggiava la neve.

La mamma, col viso appoggiato contro i cristalli, pensava; il bambino, invece, seguiva collo sguardo