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Pagina:Libro di sentenze, a cura di Giuseppe Manuzzi, Firenze, Tipografia del Vocabolario, 1863.djvu/14

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LIBRO DI SENTENZE1



pittagora primo filosofo.

Chi s’affretta di consigliare, sì s’affretta di pentere.

Cogli amici si conviene brieve parole, e longhe amistà.

L’amico rado si truova, e leggiermente si perde.

Ammassare ricchezze non è fine di molti, ma è mutamento di miseria.

Più leggiermente si passa l’odio de’ folli e de’ malvagi, che la loro compagnia.

Ninna cosa è più degna e di maggiore lode al grande uomo, che essere umile e benigno.

Niuno per gli secoli fu posto sì ad alto, che non abbia povertà, se vuole che per ricchezze niente gli falli.

Comanda lo peccato chi nol vieta quando può.

Niuno bene è allegro sanza compagno.

Quando la prosperità ha fatto lo suo corso nell’uomo,

si conviene che l’avversità faccia lo suo, perché ha nel mondo maggiore potenza.

  1. Tale è il titolo di questo libretto nella Tavola degli autori citati nel Vocabolario della Crusca, sebbene il Ms. da me seguito, che è il medesimo citato dagli Accademici, non abbia nè questo nè altro titolo. Il testo palatino ha: DETTI DE’ FILOSOFI.