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Pagina:Liguria abitanti primordiali.djvu/22

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mare, mentre quasi tutte le altre, estinte, per le affinità loro, sembrano collegarsi alla fauna dell’Oceano Indiano anziché alla nostra.

Verso il tramonto del periodo di cui tengo discorso, che è quanto dire alla fine dell’era terziaria, la costa poco a poco si aderge, sollevandosi verso il Varo e la Roia di oltre 400 metri, e di circa 200 nei pressi di Albenga e sempre meno fino a Genova, ove l’innalzamento sembra non aver superato i 100 metri. L’antica spiaggia sollevata, coi suoi ciottoli, le sue ghiaie, le sue rupi forato dai litodomi, costituisce una sorta di terrazzo, altra volta continuo, di cui non rimangono oggidì che scarsi lembi nei promontori d’Arenzano, d’Invrea, di Noli e nelle stesse colline di Carignano e d’Albaro della nostra città.

Probabilmente, cominciò allora a modificarsi il clima col divenir più variabile, più umido e pertanto meno caldo. Certo è, ad ogni modo, che in uno spazio di tempo relativamente breve cessarono d’esistere quasi tutte le specie di grandi mammiferi che abbiamo testé ricordate e furono sostituite da altre più o meno diverse. Questa nuova fauna, che segna il principio dell’era quaternaria, è rappresentata in Liguria dagli ossami rinvenuti nella Grotta di Grimaldi, a ponente di Ventimiglia, e nella breccia ossifera di Santa Teresa, presso la Spezia. Dalla prima località provengono l’elefante meridionale, un ippopotamo (H. major), il quale assai poco differiva dalla specie africana, e il ghiottone delle caverne (Gulo spelæus), dalla seconda un rinoceronte non determinato e lo stesso ippopotamo.

Si noti che la presenza dell’ippopotamo fossile implica necessariamente un clima analogo a quello che regna nella bassa valle del Nilo e correnti fluviali