Pagina:Liguria abitanti primordiali.djvu/26

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di ghiacci? Io rispondo, tacendo di altri indizi, che se risalgono alla fase frigida, come io credo fermamente, gli avanzi d’orso raccolti nel baratro della Giacheira, profonda spelonca in quel di Pigna, non son per certo meno antichi il cranio umano e le mandibole che giacevano impigliati con quegli avanzi, in una medesima breccia ossifera. Escluso dalle condizioni locali il dubbio, che la caverna fosse un’antica abitazione od un sepolcro, l’unica ipotesi plausibile, por spiegare il ritrovamento di ossa umane in tali condizioni, si è che fossero resti di cadaveri ivi trasportati dalle fiere. E di fatti, si videro presso quel cranio, in una falda di melma indurita dallo stillicidio calcarifero, le orme di un grosso carnivoro.

Anche prescindendo da ciò, è ben probabile che prima di diventar cacciatori i nostri antenati, deboli e disarmati, subissero la sorte crudele della selvaggina.

Ma non era lontano il momento in cui, sviluppatesi noli’ uomo le facoltà intellettuali e compensando coll’artificio la defìcienza della forza fisica, egli fosse per trionfare de’ suoi nemici più formidabili ed assicurarsi un dominio incontestato sulle altre creature.

Mentre declina l’influsso glaciale e le condizioni fisico-climatologiche della Liguria già sì accostano a quelle che vi regnano al presente, ritroviamo l’uomo all’estremo limite della Riviera Orientale.

Non è più l’esile creatura dei tempi primordiali, facile preda delle fiere, ma è l’uomo nella pienezza del suo sviluppo fisico; l’uomo alto, ben proporzionato, agile e robusto. Il suo cranio capace è assai lungo e arrotondato; ha l’angolo facciale aperto, le tempie depresse, le orbite quasi rettangolari; i denti sono piuttosto grossi, fitti e a superficie triturante