Pagina:Liguria preistorica.djvu/26

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È noto che si adoperavano, e forse si adoperano ancora, nell’isola di Teneriffa. in Tunisia, presso Smirne e nell’isola di Cipro trebbiatrici primitive munite di scheggie di selce a guisa di denti. Giglioli descrive e figura una rozza lastra di pietra che si fa trascinare da due paia di bovi sull’aia, allo scopo di trebbiare il grano, ciò nel cuore della penisola cioè a Covigliaio, nell'alto Lucchese 1.

Questi fatti porgono esempi istruttivi di costumi di un’altra età, perpetuatisi tra gente che pur conosce i metalli, e spiegano la strana associazione di manufatti litici e di oggetti metallici che non di rado fu avvertita in antichi ripostigli e sepolcri. Ma per rintracciare i costumi delle nostre stirpi preistoriche ed investigare a quale ufficio fossero destinate le svariate loro armi e suppellettili, e come e quando ne usassero, i migliori criteri ci sono offerti dai popoli propriamente selvaggi. Per breve tempo ancora sarà consentito all’etnologo di coglier sul fatto la vvita di tali società primitive, perciocché ovunque, incalzate ed accerchiate dalla civiltà erompente, stremate in numero, corrotte, affievolite, sono inesorabilmente condannate alla distruzione.

Fra le migliori fonti per la cognizione delle industrie superstiti pertinenti all'età della pietra mi piace additare il pregiato lavoro del mio amico Enrico N. Giglioli «Materiali per lo studio della età della pietra» (Firenze, 1901).

Dimostrato il fatto che l' uomo delle società primitive, che ignorava uso dei metalli, si servì da principio quasi esclusivamente di pietra per foggiarne armi ed utensili, e poi, vieppiù progredito nel civile consorzio e venuto in possesso della metallurgia, mise in opera il bronzo, e in ultimo il ferro per lo stesso scopo, gli archeologi dell'Europa settentrionale immaginarono di scindere i tempi preistorici nelle tre età della pietra, del bronzo e del ferro. Ed

  1. Archivio per l’Antrop. e l’Etnol., XXIII. Firenze, 1893.