Pagina:Lippi - Fu il fuoco, o l'acqua che sotterrò Pompei ed Ercolano, Napoli, Sangiacomo, 1816.djvu/18

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più basso sotto la forma dì strati di lapillo, ciò che si spiega benissimo per la via umida, e mai per la forza espulsiva d'un volcano.

L’estensione non piccola degli strati di lapillo, i quali sono sempre in una posizione, che si accosta più, o meno all’orizzontale, fa vedere essersi precipitati dalle acque, che han coperto una volta i luoghi, dove oggi tali strati si ritrovano. Ne’ luoghi piani, occupati dalle acque, gli strati di lapillo sono perfettamente orizzontali; ma allorché le acque venendo da un luogo più alto, strascinando seco detti rottami, si fermarono su d’un fondo ineguale, gli strati di lapillo dovettero diventare più o meno inclinati, modellandosi sulle ineguaglianze del fondo, su di cui si precipitarono.

Un argomento poi che non solo il lapillo, ma lo stesso tufo volcanico, che forma i monti, ne’ quali gli strati di lapillo giacciono, furono una volta nell’acqua, ed in uno stato di mollezza, si deduce da varj corpi estranei, incastonati nel tufo, come mattoni, ossa di animali, cranj umani, pietra calcare, pezzi di granito, di brecce, di lava, di pomice, di obsidiano, ferramenti, e simili. La lava specialmente, che dové correre liquida sopra d’un altro terreno, prima di essere stata incastonata nel tufo, è in grandissima quantità, ed è similmente configurata in ciottoli, come sono eziandio le altre pietre, le quali conseguentemente suppongono essere state strascinate per qualche tratto di terreno dalle acque. Ho ritrovato in gran quantità dette materie in Posilipo, e specialmente negli scavamenti da me fatti eseguire nel tufo per la mia bella fabbrica