Pagina:Lippi - Fu il fuoco, o l'acqua che sotterrò Pompei ed Ercolano, Napoli, Sangiacomo, 1816.djvu/63

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ed al disotto le inferiori del teatro. Conseguentemente questo non è stato sotterrato in una volta sola, ma a poco a poco dalle reiterate alluvioni, ossia sotterrato in epoche diverse.

quinta specie. Aggregato argilloso-calcare effervescente. Ha un colore grigio di cenere, e si stritola in polvere tra le dita. Giace al disotto del precedente, osservandosi allorché dal gran pozzo si scende giù per li gradini del teatro.

sesta specie. Limo siliceo-argilloso, non effervescente. Ha un colore grigio di cenere, e si riduce in polvere tra le dita. Giace al disotto del precedente, che anzi vi è un passaggio dall'una specie all'altra, con materia di transizione intermedia. Intanto la natura silicea di questo strato, diversa dal precedente, dimostra che questi due strati appartengono a due genesi diverse, cioè a due alluvioni, accadute in due epoche differenti. Forse potrà venire in testa a qualcheduno di prendere questa specie e la precedente per le ceneri volcaniche dell'eruzione del 79. Ma basta confrontare le due specie divisate colle ceneri volcaniche, per rilevare subito la differenza enorme, che passa tra loro. Queste due specie, infatti, dimostrano non solo essere state stemperate e travagliate dalle acque, ma che nella mescolanza di esse entra della terra, che ha servito alla vegetazione. La montagna detta del Salvatore sulle falde del Vesuvio, dove si ritrova l'eremitaggio, è assolutamente opera delle alluvioni. Tal è similmente la falda di Somma, contigua al così detto fosso grande, ciò che nessuno scrittore del Vesuvio ha osservato finora. Or queste due vaste montagne