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quarto cantare 137

29.
Lasciam costoro, e vadan pure avanti
Cercando il vitto lì per quel contorno;
Che se fame gli caccia, e’ son poi fanti
Da battersi ben ben seco in un forno;
Perchè d’un gran guerrier convien ch’io canti,
Mezzo impaniato, perch’egli ha d’intorno
Una donna straniera in veste bruna,
Che s’affligge e si duol della fortuna.
30.
Calagrillo è il guerriero, e via pian piano
Cavalcando ne va con festa e gioia,
Ognor tenendo il chitarrino in mano,
Perchè il viaggio non gli venga a noia.
È bravo sì, ma poi buon pastricciano1;
E’ farebbe servizio infino al boia:
Venga chi vuol, a tutti dà orecchio,
Sebben e’ fosse il Bratti Ferravecchio2.
31.
Poichè bella è colei che si dispera
Sempre piangendo senz’alcun ritegno,
E vanne, come io dissi, in cioppa3 nera
Per dimostrar di sua mestizia il segno,
Perciò con viso arcigno e brutta cera
Par un Ebreo ch’abbia perduto il pegno;
E di quanto l’affligge e la travaglia,
Calagrillo il campion quivi ragguaglia.

  1. St. 30 Pastricciano. Uomo di buona pasta. (Nota transclusa da pagina 202)
  2. Bratti ecc. Più che un nome proprio, questo pare che sia un nome comune, corrotto da, Baratta ferri vecchi. (Nota transclusa da pagina 202)
  3. St. 31 Cioppa. Sorta di gonnella. (Nota transclusa da pagina 202)