29. Lasciam costoro, e vadan pure avanti
Cercando il vitto lì per quel contorno;
Che se fame gli caccia, e’ son poi fanti
Da battersi ben ben seco in un forno;
Perchè d’un gran guerrier convien ch’io canti,
Mezzo impaniato, perch’egli ha d’intorno
Una donna straniera in veste bruna,
Che s’affligge e si duol della fortuna. 30. Calagrillo è il guerriero, e via pian piano
Cavalcando ne va con festa e gioia,
Ognor tenendo il chitarrino in mano,
Perchè il viaggio non gli venga a noia.
È bravo sì, ma poi buon pastricciano1;
E’ farebbe servizio infino al boia:
Venga chi vuol, a tutti dà orecchio,
Sebben e’ fosse il Bratti Ferravecchio2. 31. Poichè bella è colei che si dispera
Sempre piangendo senz’alcun ritegno,
E vanne, come io dissi, in cioppa3 nera
Per dimostrar di sua mestizia il segno,
Perciò con viso arcigno e brutta cera
Par un Ebreo ch’abbia perduto il pegno;
E di quanto l’affligge e la travaglia,
Calagrillo il campion quivi ragguaglia.
↑St. 30 Pastricciano. Uomo di buona pasta. (Nota transclusa da pagina 202)
↑Brattiecc. Più che un nome proprio, questo pare che sia un nome comune, corrotto da, Baratta ferri vecchi. (Nota transclusa da pagina 202)
↑St. 31 Cioppa. Sorta di gonnella. (Nota transclusa da pagina 202)