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quarto cantare 145

53.
Sospesa per un pezzo io me ne stetti,
Ch’io aspettava pur ch’ei ritornasse;
A cercarne per casa poi mi detti,
Per le stanze di sopra e per le basse.
Guardo su pel cammin, giro in su i tetti,
Apro gli armari e fo scostar le casse;
Nè trovandolo mai, al fin mi muovo
Per non fermarmi finch’io non lo trovo.
54.
Scappo di casa, e via vo sola sola;
Nè son lontana ancora una giornata,
Ch’io sento dire: aspettami figliuola.
Mi volto, e dietro veggomi una Fata;
E perch’ella mi diede una nocciuòla,
Quest’è meglio, diss’io, d’una sassata.
Di ciò ridendo, un’altra sua compagna
Mi pose in mano anch’ella una castagna.
55.
Ed io, che allora avrei mangiato i sassi,
M’accomodai per darvi su di morso;
Ma fummi detto ch’io non la stiacciassi,
Se un gran bisogno non mi fosse occorso.
Vergognata di ciò, con gli occhi bassi
Il termine aspettai del lor discorso;
Poi, fatte le mie scuse e rese ad ambe
Mille grazie, le lascio, e dolla a gambe.