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208 malmantile racquistato

44.
Nepo la mena allora alle sue stanze,
Che i paramenti avean di cuoi umani
Ricamati di fignoli e di stianze,
E sapevan di via de’ Pelacani1:
Ove gli orsi, facendo alcune danze,
Dan la vivanda e da lavar le mani:
Volati al cibo alfin, come gli astori,
Sembrano a solo a sol due toccatori2.
45.
Fiorita è la tovaglia e le salviette
Di verdi pugnitopi3 e di stoppioni,
Saldate4 con la pece, e in piega strette
Infra le chiappe state de’ demòni.
Nepo frattanto a macinar si mette,
E cheto cheto fa di gran bocconi,
Osservando5 Caton, ch’intese il giuoco,
Quando disse: in convito parla poco.
46.
Fa Martinazza un bel menar di mani;
Ma più che il ventre, gli occhi al fin si pasce;
E quel pro fàlle, che fa l’erba a’ cani,
Chè il pan le buca e sloga le ganasce;
Perchè reste vi son come trapáni,
Nè manco se ne può levar6 coll’asce;
Crudo è il carnaggio, e sì tirante e duro,
Che non viene a puntare i piedi al muro.

  1. St. 44. Via de’ Pelacani si dice in Firenze quella dove son le conce delle pelli, nella quale è sempre un puzzo orrendo. (Minucci). (Nota transclusa da pagina 278)
  2. Due toccatori. Vedi c. II, 60. Eran sempre due e sempre soli, perchè i cittadini non ne volevan la compagnia, e co’ birri non s’accompagnavano essi, tenendosi da più di loro. (Nota transclusa da pagina 278)
  3. St. 45. Pugnitopi ecc. Virgulti a foglie spinose. (Nota transclusa da pagina 278)
  4. Saldate. Data lor la salda. (Nota transclusa da pagina 278)
  5. Osservando la regola di Catone, che la seppe lunga, quando ecc. (Nota transclusa da pagina 278)
  6. St. 46. Levar. Spiccarne un pezzo, tagliarlo. (Nota transclusa da pagina 278)