Pagina:Lippi - Malmantile racquistato.pdf/301

Da Wikisource.

settimo cantare 257

44.
Perciò d’abiti e soldi si provvede,
E dà buone speranze al suo Nardino;
E preso un buon cavallo e un uomo a piede,
Esce di casa, e mettesi in cammino,
Sbirciando sempre in qua e in là se vede
Donna di viso bianco e chermisino;
E se ne incontra mai di quella tinta,
Vuol poi chiarirsi s’ella è vera o finta.
45.
Perch’oggidì non ne va una in fallo
Che non si minii o si lustri le cuoia.
E dov’ell’ha un mostaccio infrigno e giallo
Ch’ella pare il ritratto dell’Ancroia1,
Ogni mattina innanzi a un suo cristallo
Quattro dita vi lascia su di loia;
E tanto s’invernicia, impiastra e stucca,
Ch’ella par proprio un angiolin di Lucca.
46.
Di modo ch’ei non vuol restarvi còlto,
Ma starvi lesto e rivederla bene;
E per questo una spugna seco ha tolto
E sempre in molle accanto se la tiene,
Con che passando ad esse sopra il volto,
Vedrà s’il color regge o se rinviene2;
Ma gira gira, in fatti ei non ritrova
Suggetto che gli occorra farne prova.

  1. St. 45. Ancroia Così chiama il Berni la sua vecchia cameriera. (Nota transclusa da pagina 325)
  2. St. 46. Se rinviene. Se quegl’impiastri secchi rigonfiano. (Nota transclusa da pagina 325)