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settimo cantare 259

50.
Brunetto, che teneva il campanello1,
Dice chi sia, e che di casa egli esce
Non per suo conto, ma d’un suo fratello
Del quale infino all’anima gl’incresce,
Perchè gli pare uscito di cervello;
Non si sa s’ei si sia più carne o pesce.
Così piangendo in far di ciò memoria,
Per la minuta contagli la storia.
51.
Sta Pigolone attento a collo torto
Ad ascoltarlo, e poich’egli ha finito:
Figliuol, risponde a lui, dátti conforto
E sappi che tu sei nato vestito2;
Chè qui è l’uom salvatico Magorto,
Ch’è un bestione, un diavol travestito;
Che, se tu lo vedessi, uh egli è pur brutto!
Basta, a suo tempo conterotti il tutto.
52.
Egli ha un giardino posto in un bel piano,
Ch’è ognor fiorito e verde tutto quanto;
Giardiniero non v’è nè ortolano,
Chè d’entrarvi nessun può darsi vanto.
Da per sè lo lavora di sua mano
E da sè lo fondò per via d’incanto,
Con una casa bella di stupore,
Che vi potrebbe star l’Imperadore.

  1. St. 50. Teneva il campanello. Parlava sempre lui. (Nota transclusa da pagina 325)
  2. St. 51. Sei nato vestito. Sei fortunato. (Nota transclusa da pagina 326)