Pagina:Lippi - Malmantile racquistato.pdf/38

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xxxii vita di lorenzo lippi

l’arte, cioè d’averne collocata la perfezione nella pura e semplice imitazione del vero, senza punto cercar quelle cose, che senza togliere alle pitture il buono e ’l vero, accrescono loro vaghezza e nobiltà: la qual cosa molto gli tolse di quel gran nome, e delle ricchezze, che egli avrebbe potuto acquistare, se egli si fosse renduto in questa parte alquanto più pieghevole all’altrui opinioni. In prova di che, oltre a quanto io ne so per certa scienza, per altri casi occorsi, raccontommi un gentiluomo di mia patria, che avendo avuto una volta di oltre i monti commissione di far fare quattro tavole da altare a quattro de’ più rinomati pittori d’Italia; egli una ne allogò, se bene ho a mente, al Passignano, una al Guercino da Cento, ed una ad altro celebre pittore di Lombardia, che bene non mi si ricorda, e una finalmente al Lippi: ed a questo la diede con patto, ch’egli si dovesse contentare