38. Sta Paride a sentirlo molto attento;
Ma poi, vedendo quanto ei si prolunga,
Fra sè dice: costui v’ha dato drento,
Come quel che vuol farmela ben lunga:
Gli è me’ troncargli qui il ragionamento,
Acciò prima che il dì mi sopraggiunga.
Io possa lasciar l’opera compita,
Però gli dice: ovvia, fàlla finita. 39. Poich’egli ha inteso dov’ei possa battere
A un dipresso a rinvergare il Tura,
Dell’esser folto il bosco, e d’altre tattere
Che gli narra costui, saper non cura.
La lanterna apre e il libro, onde al carattere
Possa, vedendo, dare una lettura;
Così leggendo, sente darsi norma
Di quanto debba fare in questa forma. 40. Vicino al boschereccio scannatoio,
Mentre fuoco di stipa vi riluca,
Pallon grosso, bracciali e schizzatoio
Co’ giocatori a palleggiar conduca:
Al rimbombar del suo diletto cuoio
Tosto vedrà che ’l gocciolone1 sbuca,
Quei ricchi arnesi vago di mirare
Che già in Firenze lo facean gonfiare,
↑St. 40. Gocciolone. Baccellone, bacchillone, pinchellone, balordo. (Nota transclusa da pagina 425)