Pagina:Liriche di Sergio Corazzini, Napoli, Ricciardi, 1935.djvu/121

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Verrà la pace con le mani giunte,
ma non la udrai tu, piccola, venire.
Tornerà, sai, quotidianamente
un poco, senza dirti nulla; e, vedi,
sarà come se tu cantassi una
preghiera incomprensibile, per lungo
volger di tempo, in fin che in una sera,
forse più dolce e triste, all’improvviso
t’avvenisse, così, senza sapere,
di comprenderla intera. Cento volte
passeremo per quella via che più
diletta a non so che malinconie
nostre avremo. Lungo i chiari fiumi
canteremo le più vecchie canzoni
e sarà dolce non seguirne il senso.

Le canteremo solo perchè possano
inavvertite piangervi le nostre
anime, un poco. Tu vedrai: la bella
Vita imagineremo in una chiara
morte. Come se tu fossi, ogni giorno,
per giungere ad un mio primo convegno,
ti vorrò bene, e come tu, dolcezza,
giungere mai dovessi, io ti vorrò
tanto bene. Sorridi, ora. Non piangi
quasi più. Ce ne andremo in una casa
piccola e sola. Se vorrai, nei giorni
di festa, porteremo a tutti i piccoli
infermi alcuni di quei dolci, quei