Pagina:Liriche di Sergio Corazzini, Napoli, Ricciardi, 1935.djvu/24

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LA GABBIA



Ben salda era di grétole e di staggi
la gabbia, a primavera, se di fuori
benigno sole offriva a’ bei canori
pennuti la dolcezza di suoi raggi;

ma poi che nostalgia di viaggi
tenne i cari a Leonardo cantori,
fuggiron via pei cieli ampî e sonori
desiosi dei più limpidi maggi.

Or fatta muta de’ suoi canti onde era
superba, come di sue corde, lira,
la gabbia triste e pur fidente sta:

come l’anima mia che più non spera
e continuamente si martira
in un desio di giocondità.