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Pagina:Lockyer - Astronomia, 1904.djvu/137

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Il Sistema solare. 121

già dissi, difficili ad osservarsi, e non meno difficili ad essere ben studiate. Ne segue che altrettanto difficile diventa, per il momento almeno, esporre un’opinione alquanto fondata sulla loro natura.

Possono provenire dalla diversa materia e struttura degli strati solidi superficiali, come nel capitolo secondo di questo manuale già dimostrammo essere il caso della Luna. Ma dal momento che su Mercurio può esistere un’atmosfera capace di condensazioni e forse anche di precipitazioni, possono provenire ancora da qualche cosa di analogo ai nostri mari. Non si hanno argomenti decisivi per sostenere questa piuttosto che la prima opinione.

Poco di certo possiamo quindi dire sulla natura delle macchie oscure; meno ancora possiamo ricavare, dalle osservazioni almeno fatte fin qui, intorno alla natura delle parti lucide di Mercurio, e intorno all’ordine di cose esistenti sulla sua superficie in generale.

130. Le macchie oscure, in grazia della loro permanenza, permettono di verificare se Mercurio ruoti o non intorno a sè medesimo, e permettono ancora di determinare, sebbene non senza difficoltà, quanto tempo esso impieghi a compiere una tal rotazione.

Come ciò avvenga diventa chiaro al lettore, se appena egli pensa che un tratto di superficie più oscuro dei tratti che lo circondano, avente inoltre contorni determinati e configurazione sua propria, diventa per l’osservatore un’area sulla quale egli in ogni istante può orientarsi, e se egli pensa insieme che a giudicare, per via sperimentale, della rotazione di un astro lontano, solo mezzo possibile è fissare prima un punto determinalo della sua superficie, seguirne poi lo spostamento continuo e successivo che la rotazione dell’astro produce.