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Fotografia astronomica. 241

Importava quindi verificare se la Corona emette questi raggi termici in quantità notevole, ed è quanto appunto si fece in Ispagna durante la eclisse del 1900. I risultati corrisposero all’aspettazione. Il calore irradiato dalla corona è sensibile e suscettibile di misura. Non è quindi infondata la possisibilità di ottenere per mezzo dei soli raggi termici una fotografia della corona anche a Sole non eclissato; la corona è si lucida e calda che noi non dobbiamo disperare di poterla osservare ogni giorno, così come già facciamo per la cromosfera e per le protuberanze.

§ VI.

Fotografia delle stelle.

Risultati suoi di indole generale e di importanza cosmica.

282. L’arte di fotografare le stelle fisse ha fatto in breve tempo progressi rapidissimi.

283. Nel 1851 alla lastra d’argento di Daguerre, poco sensibile all’azione della luce, fu sostituita con grande successo una lastra di vetro su cui una pellicola di collodio serve da substrato al cloruro d’argento.

Nel 1857 l’astronomo americano Bond riuscì giovandosi dell’appena descritto importante trovato fotografico e di una ordinaria lente obbiettiva di cannocchiale, a fotografare le due stelle Mizar ed Alcor dell’Orsa maggiore.

Si trattava di due stelle visibili ad occhio nudo; avevano richiesto una posa lunga ed uguale a 18 minuti; si era costretti ad ammettere che per fotografare le stelle minori molte e varie difficoltà rimanevano a superare. Si era però dimostralo che

Celoria. 16