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La Terra e i suoi movimenti. 25

Supponiamo che nella fig. 5 il circolo QABC rappresenti il nostro emisfero, l’emisfero settentrionale o boreale; il punto P rappresenterà il polo che è sull’emisfero nostro, il polo nord o boreale. Trasportatevi col pensiero in P, e supponete di essere là diritto in piedi sul polo. Da qualunque parte voi volgiate la fronte è manifesto che, finchè il Sole rimane fermo nel punto S, voi vedrete luce diurna, e che, attribuendo al Sole la rotazione vostra incessante, voi vedrete il Sole girare incessantemente sull’orizzonte vostro e andare dalla vostra sinistra verso la destra.

22. Osserviamo finalmente i due circoli interni pq, mn, concentrici all’equatore: il luogo p, a cui si riferisce il primo di detti circoli, compie un giro nel tempo istesso in cui uno ne compie il luogo A dell’equatore; ma il circolo pq è più piccolo, e la sua periferia ha una lunghezza minore di quella del circolo ABCQ; il luogo p fa quindi nell’istesso tempo una strada più corta che non il luogo A, e necessariamente gira con velocità minore di quella di A. Il luogo m, essendo situato sopra una circonferenza più piccola ancora, ragion vuole che si muova anche più lentamente; e quindi appar manifesto che i luoghi della superficie del globo, quanto più son vicini a un polo, debbono avere una velocità sempre minore, che il polo stesso non deve averne alcuna, e rimaner fermo. Esso è, il lettore si ricorda, come quel punto della palla sul tornio, su cui si appoggiava la punta del toppo.