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CAPO IV
VICENDE STORICHE DI LODI NUOVA
FINO AL DECADERE DELLE COMUNALI LIBERTÀ
(1158-1294).
§ 1. — Origine di Lodi nuova.
Fin dall’epoca del primo eccidio di Lodi, non pochi abitanti, per salvarsi dalle vessazioni dei Milanesi, eransi ricoverati sovra ima specie di promontorio, detto colle di Eghezzone1, sporgentesi nella corrente dell’Adda, a quattro chilometri circa verso mattina dalla città, invitati e dall’amenità e salubrità del sito, e dalla opportunità del sottoposto fiume. Sorse quivi in breve numerosa comunità, che fu detta borgo Isella, e quando i Lodigiani videro irreparabile la rovina dell’antica patria, e deliberati i Milanesi a non lasciarli tranquilli neppur nella durezza dell’esiglio, ringagliarditi dalla disperazione, presero ad opporsi armato mano alle rinnovate devastazioni del loro territorio, e pensarono di riedificare la loro patria là dove già era un forte nucleo dì concittadini, e dove le naturali difese del fiume e delle paludi renderebbero la nuova Lodi più sicura assai dell’antica.
Disceso poi una seconda volta il Barbarossa in Italia, supplicarono i Lodigiani, concedesse loro di ricostituire in quel luogo la nuova patria, e di accordarle la sua protezione. L’imperatore, visitato il luogo (5 agosto 1158), e trovatolo forte e salubre ed opportuno ai commerci2, tracciò i quattro punti della città, vi confisse uno stendardo lodigiano, e chiamati i consoli della città Ranfo Morena, Arcembaldo Sommariva e Lotario Abbone, li mise in possesso di quel territorio con molti privilegi, ragioni di acque, ecc., ecc. e principalmente d’avere l’unico porto lungo tutto il corso dell’Adda, ed esenzione da ogni altra gabella, eccetto le regie, in tutta la Lombardia3, determinando
- ↑ Nessuno dei nostri cronisti sa dare la derivazione di questo nome. Credesi dai più venga da quello d’un antico fondatario tedesco, possessore d’un castello su questo colle, tenuto per luogo molto forte.
- ↑ La tradizione vuole che l’imperatore siasi soffermato nella località detta Selva greca.
- ↑ L’istromento di privilegio si trova pubblicato in parecchie opere; noi ad ogni modo lo riproduciamo, perchè nella storia cittadina è importantissimo:
«In nomine sanctse et individuse Trinitatis Federicus divina favente clemenza Romanorum Imperator Augustus.
Quamvis omnibus qui Imperatoria libertatis filii esse dignoscuntur tutelae imperialis jure debeamus praesidium, quadam tamen sp-ciali prerogativa dilectionis, et brachiis consoìationis, illi a nobis sunt amplectendi, quorum ex devotione in argumentum fìdei magis est cognita fidelitas ipsa ad exaltandum Imperialis nostrae coronae gloriam amplius est operibus comprobata, Notum sit igitur omnibus Imperii nostri, tam futuris, quam praesentibus, qualiter nos divino nutu compuncti, et super