Vita sì snella ed agile,
Quando spuntò dall'onde.
Ma quel che manca a Venere,
In sì rara beltade
Vagamente s’accoppiano,
Modestia e Dignitade.
A quell’azzurro circolo,
Per cui le luci belle
Brillan quai sul ceruleo
Notturno ciel due stelle,
La credereste Pallade,
Ma non guerrier furore
Spira il soave e tenero
Sguardo, ma grazia e amore,
Più spesso poi rassembraci,
(Giacchè bellezza umana
Mal puote a tanto giungere)
La cacciatrice Diana;
Quando sul verde margine
Adagia il lato stanco,
Al mormorìo de’ zefiri,
Co’ fidi cani al fianco.
Perchè quest’amorevoli
Bestiole mansuete,
Tanto fedeli agl’uomini,
Sì buone, e sì discrete,
In cui dipinta mirasi
Senz’arte la natura,
Di Ninfa così amabile
Sono delizia e cura,