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ii - comento sopra alcuni de’ suoi sonetti | 137 |
che cosí credo sarebbe intervenuto a ciascuno, che avessi avuto grazia di vederla, considerarla ed amarla.
Lasso, oramai non so piú che far deggia, |
Tutti gli affetti umani sanza controversia sono passione, e le cagioni che muovono gli affetti degli uomini sono due, l’ira e la concupiscenzia, che, per essere passione molto diverse, secondo alcuni, hanno diversi luoghi e sede nel corpo nostro: perché la potenzia irascibile si genera nel cuore, la concupiscibile nel fegato; secondo alcuni altri, amendue sono nel cuore. Che sieno diverse potenzie e differenzie, mostranlo gli effetti che procedono da queste cagione, de’ quali una parte, cioè quelli che procedono dall’ira, il piú delle volte sono molestie all’animo nostro; quelli che nascono da concupiscenzia, piú spesso grati e dolci. Ed essendo tutti questi affetti, come abbiamo detto, passione, di necessitá si conclude che ogni desiderio, ancora che sia per cosa dolce e grata, sia pure passione; anzi, come abbiamo detto nel principio, nella diffinizione d’Amore e nella esposizione del sonetto che comincia: «Ponete modo al pianto, occhi miei lassi», ogni appetito mostra la privazione di quel che s’appetisce, che è somma infelicitá, peroché chi non può quietare l’appetito e frenarlo, vive in continua passione. E cosí in un tempo medesimo una medesima cosa si cerca e fugge, perché chi desidera assai quietare un grande appetito ha assai