Pagina:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.2, Laterza, 1914.djvu/111

Da Wikisource.

xi - la rappresentazione di san giovanni e paolo 105

questa vil gente, quale a Cristo crede:
io vo’ levar, se questa è la cagione,
perseguitando, questa vana fede;
uccidere e pigliar sia chi si voglia.
Oimè, il cor! quest’è l’ultima doglia.

Dette queste parole, si muore, e quelli che restono si consigliano, ed uno di loro parla:


     Noi siam restati sanza capo o guida:
l’imperio a questo modo non sta bene:
il popol rugghia, e tutto ’l mondo grida.
Far nuovo successor presto conviene.
Se c’è tra noi alcun che si confida
trovare a chi lo imperio s’appartiene,
presto lo dica: ed in sedia sia messo.
Quant’io per me, non so giá qual sia desso.

Un altro.


     E’ c’è Giulian, di Costantin nipote,
ché, benché mago e monaco sia stato,
è di gran cuore, e d’ingegno assai puote,
ed è del sangue dello imperio nato:
bench’egli stia in parte assai remote,
verrá, sentendo il regno gli sia dato.

Un terzo.


Questo a me piace.

Un quarto dice:


                                   Ed a me molto aggrada.

Primo.


Orsú! presto, per lui un di noi vada.