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Pagina:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.2, Laterza, 1914.djvu/119

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xi - la rappresentazione di san giovanni e paolo 113


La Vergine Maria

apparisce sopra la sepultura di santo Mercurio, e dice:


     Esci, Mercurio, della oscura tomba;
piglia la spada e l’arme giá lasciate.
Sanza aspettar del Giudizio la tromba,
da te sien le mie ingiurie vendicate.
Il nome tristo di Giulian rimbomba
nel cielo e le sue opre scellerate.
Il cristian sangue vendicato sia:
sappi ch’io son la Vergine Maria.
     Giuliano imperador per questa strada
debbe passare, o martir benedetto:
dágli, Mercurio, con la giusta spada,
sanza compassïone, a mezzo al petto:
non voglio tanto error piú innanzi vada,
per pietá del mio popol poveretto:
uccidi questo rio venenoso angue,
il qual si pasce sol del cristian sangue.

Il tesoriere torna allo imperadore, e dice:


     Invitto imperador, tutta tua gente
in punto sta al tuo comandamento
coperta d’arme belle e rilucente,
e pargli d’appiccarsi ogn’ora cento:
danari ho dati lor copiosamente:
se gli vedrai, so ne sarai contento:
mai non vedesti gente piú fiorita,
armata bene, obbediente, ardita.

Gli astrologi, che fece chiamare lo imperadore, dicono:


     O imperador, noi ti facciam rapporto.
Secondo il cielo, e’ c’è un sol periglio,
il qual procede da un uom ch’è morto.
Forse ti riderai di tal consiglio.


Lorenzo il Magnifico, Opere - ii. 8