Pagina:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.2, Laterza, 1914.djvu/165

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CAPITOLO I


     Nel tempo ch’ogni fronda lascia il verde
e prende altro colore, e imbiancon tutti
gli arbori, e poi ciascun suo’ foglie perde;
     e ’l contadin con atti rozzi e brutti,
ché aspetta il guidardon del lungo affanno,5
vede pur delle sue fatiche i frutti,
     e vede ’l conto suo, se ’l passato anno
è stato tal che speranza gli dia
o di star lieto o di futuro danno;
     e Bacco per le ville e in ogni via10
si vede a torno andar (col cui aiuto
vo’ che a quest’opra il suo principio sia);
     avendo fuor della mia terra avuto
per alcun dí, come addivien, diporto,
e ritornando ond’io ero venuto,15
     per fare il cammin mio piú destro e corto
(ché sempre credo fu somma prudenza,
chi può pel dritto andar fuggire il torto),
     ritornavo io verso la mia Fiorenza,
per riveder la mia alma cittade,20
per la via ch’entra alla porta a Faenza;
     quando vidi calcate sí le strade
di gente tanta, ch’io non ho ardire
di poter ben contar la quantitade.
     Di molti il nome arei saputo dire,25
perché d’alcuni avea qualche notizia;
ma non sapea quel che gli facessi ire.