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xv - canzoni a ballo 213

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     Io ho d’amarFonte/commento: Edimburgo, 1912:amara; Roma 1992: amar dolcezza il mio cor pieno,
come Amor vuole, e d’un dolce veneno.
     Nessuno è piú di me lieto e contento,
nessun merta maggior compassione;
la dolcezza e ’l dolor, che insieme sento,
di rider dammi e sospirar cagione:
non può intender sí dolce passione
chi non ha questo gentil foco in seno.
     Quanto piú ha il mio cor quel che disia,
quanto piú è benigno il mio signore,
tanto s’accende piú la voglia mia,
che ’l mio ben piú mi piace a tutte l’ore;
cresce la doglia mia, crescendo amore,
né può giamai per tempo venir meno.
     Io non provai giamai piacere alcuno
sí dolce, com’è dolce la mia pena,
né martír tanto acerbo ed importuno,
come il piacer che alla morte mi mena;
ma morte fia d’ogni dolcezza piena,
poi che ’l martíre è sí dolce ed ameno.