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248 xvi - canti carnascialeschi

     Noi abbiam con noi baccelli
lunghi e teneri da ghiotti;
ed abbiamo ancor di quelli
duri e grossi, e son buon cotti
e da far de’ sermangotti,
se la coda in man tu tieni;
su e giú quel guscio meni;
e’ minaccia e non fa male.
     Queste frutte oggi è usanza
che si mangin drieto a cena:
a noi pare un’ignoranza;
a smaltirle è poi la pena:
quanto la natura è piena
dé’ bastar: pur fate voi
dell’usarle innanzi o poi;
ma dinanzi non fan male.
     Queste frutte, come sono,
se i mariti c’insegnate,
noi ve ne faremo un dono:
noi siam pur di verde etate;
se lor fien persone ingrate,
troverrem qualche altro modo,
che ’l poder non resti sodo:
noi vogliam far carnasciale.