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290 xvii - rime varie o di dubbia autenticitá

     Riputavasi d’assai
piú dell’altre avere ingegno;
non arei creduto mai
tu m’avessi avuto a sdegno,
accettando tu per segno
il mio core e la mia fede:
or tu se’ sanza mercede,
poiché in pene m’hai lasciato.
     Piangi, dolce canzonetta,
piangi meco ancor tu, Amore;
poiché questa fanciulletta
mi dá al cor tanto dolore.
Perch’i’ son stato di fòre,
trovo rotto arco e saetta:
fanne tu, Amor, vendetta
di costei che m’ha lasciato.
     E’ si vede in ogni lato
che ’l proverbio dice il vero,
che ciascun muta pensiero
come l’occhio è separato.