Pagina:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.2, Laterza, 1914.djvu/30

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24 ix - la caccia col falcone

12

     Giovan Simone ha giá preso la piega
d’andarne sanza dire agli altri addio;
sanza licenzia n’è ito a bottega,
di che gran sete tiene e gran disio.
Luigi, quando il fiero naso piega,
cani e cavalli adombra e fa restio;
per questo ognun che resti si contenta;
ciò che lo vede fugge e si spaventa.

13

     Restono adunque tre da uccellare,
e drieto a questi andava molta gente;
chi per piacer, chi pur per guardare,
Bartolo ed Ulivier, Braccio e il Parente,
che mai non vidde piú starne volare:
ed io con lor mi missi; parimente
Pietro Alamanni e il Portinar Giovanni,
che pare in sulla nona un barbagianni.

14

     Strozzo drieto a costor, come maestro
di questa gente, andava scosto un poco;
come quello che v’era molto destro,
e molte volte ha fatto simil gioco.
E tanto cavalcammo pel silvestro,
che finalmente fummo giunti al loco
piú bel che mai vedesse creatura:
per uccellar l’ha fatto la natura.

15

     E’ si vedeva una gentil valletta,
un fossatel con certe macchie in mezzo,
da ogni parte rimunita e netta;
sol nel fossato star possono al rezzo:
era da ogni lato una piaggetta,
che d’uccellar facea venir riprezzo
a chi non avessi occhi, tanto è bella:
il mondo non ha una pari a quella.