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vi - canti carnascialeschi | 323 |
ix
Canto delle rivenditore.
Buona roba abbiam, brigata,
e faccianne gran derrata.
Noi siam ben rivenditore,
ma di bella roba e nuova,
e d’averne sempre onore,
quand’altrui ne fa la pruova;
cioppe vecchie a noi non giova
di rivender mai, né stracci,
ché nessuno è a chi piacci
una cosa stazzonata.
Chi vecchiume comprar vuole
per vantaggio, e suoi avanzi,
quando poi l’adopra, vuole
volger dietro quel dinanzi;
pur non crediam se ne avanzi,
tanto spesso si ricuce:
ogni dí si straccia e sdruce
una cosa trassinata.
Noi abbiam cappe a dovizia
e gammurre e gammurrini;
mai piú bella masserizia
abbian noi, che è in panni lini,
o volete grossi o fini
d’un serrato lavorío;
chi avesse anche disio
d’una coda, sia trovata.
Tra piú code, ben sapete,
costei una n’ha riposta;
pure in ordin, se volete,
sará sempre a vostra posta: