Pagina:Loti - Pescatori d'Islanda.djvu/125

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giovani a cui la vita sorrideva ancora, e molte quasi vecchie, ma che sorridevano anche ricordando il giorno del loro matrimonio ed i loro primi anni di felicità. La nonna Yvonne era anche là e li seguiva al braccio di un vecchio zio di Yann che le faceva dei complimenti antichi; ella portava una bella cuffia nuova che aveva comprata per la circostanza e sempre il piccolo scialle nero, ritinto per la terza volta dopo la morte di Silvestro.

Ed il vento tormentava indistintamente tutti gli invitati; si vedevano le gonne rialzate, i vestiti rivoltati e delle cuffie e cappelli che volavano.

Alla porta della chiesa gli sposi avevano comprato — come era consuetudine — dei di fiori artificiali, per completare la loro toilette di festa. Yann aveva attaccato i suoi, così a caso, sul suo largo petto ma egli era di quelli a cui tutto sta bene. I fiori di Gaud avevano poi l’aria di essere stati messi là da una mano signorile piena di gusto e di capriccio. Il violinista che apriva la marcia, suonava con tutta la sua forza; i suoi motivi nel rumore della burrasca, sembravano una piccola musica ridicola più fievole del grido di una gazza.

Tutta Ploubazlanec era uscita per vederli. Quel matrimonio interessava tutti ed erano accorsi da ogni parte per aspettarli e vederli.

Gl’islandesi di Paimpol, gli amici di Yann erano là fermati e salutavano gli sposi; Gaud rispondeva inchinandosi leggermente come una signorina con una grazia seria, ammirata da tutti. E le casupole, le stamberghe anche quelle di legno, si erano vuotate: i mendicanti erano corsi sulla strada e tendevano i loro cappelli per ricevere l’elemosina che Yann lanciava loro colla sua grande aria nobile e Gaud col suo piccolo sorriso da regina. Vi erano dei mendicanti vecchissimi, con delle facce che, per essere stati sempre rinchiusi, avevano il colore della terna; con gli occhi spauriti essi guardavano passare — senza comprenderla, quella festa di vita casta e superba...