Pagina:Loti - Pescatori d'Islanda.djvu/133

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vertà; ma il suo Yann era là con lei, e tutto era cambiato, trasformato, dalla sua presenza, ed ella non vedeva più che lui...

Ora le loro labbra si erano incontrate un’altra volta ed ella non aveva girata più la testa. Sempre in piedi, abbracciati fortemente, essi restavano là muti, nell’estasi di un bacio che non finiva più. E mischiavano i loro respiri un po’ affannosi tremando tutti e due più forte, come per una febbre ardente. Sembravano essere senza forza per rompere la loro stretta, e non conoscere, non desiderare niente più al di là di quel lungo bacio.

Ella si liberò alfine e turbata e tutta confusa disse:

— No, Yann! la nonna Yvonne potrebbe vederci!

Ma egli con un sorriso, cercò di nuovo le labbra di sua moglie e, ben presto le prese fra le sue, come un assetato a cui hanno levato la coppa di acqua fresca.

Il movimento che essi avevano fatto aveva rotto l’incanto delizioso. Yann, che al principio, le si sarebbe messo in ginocchi come davanti la Santa Vergine, si sentì diventare selvaggio. Guardò furtivamente dalla parte del vecchio letto ad armadio, seccato di stare così vicino alla nonna Yvonne, cercando un mezzo sicuro per non essere visto; e allora, sempre senza lasciare le labbra squisite, allungò il braccio dietro di sè e col riverso della mano spense la candela bruscamente. Indi prese Gaud fra le braccia, con la bocca sempre appoggiata sulla sua, come un falco coi suoi denti piantati su la preda. Ella abbandonò il suo corpo e la sua anima a quell’abbraccio che era imperioso e dolce come una lunga carezza voluttuosa; egli la portò nell’oscurità verso il bel letto bianco alla moda della città, a quel bel letto che doveva essere il loro letto nuziale......

Intorno ad essi, nella loro prima notte di matrimonio la stessa invisibile orchestra si faceva sentire.

Houhou!... houhou!... Il vento dava quegli stridenti suoni cavernosi, con un tremolio di rabbia. E la grande