Pagina:Loti - Pescatori d'Islanda.djvu/159

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che erano a buccoli come quelli di suo figlio, e si sedette vicino al letto di Gaud.

Anche lui aveva il cuore stretto; perchè Yann, il suo bel Yann era il suo carito, il maggiore dei figli, la sua gloria. Ma egli non disperava ancora. E cominciò a rassicurare Gaud dolcemente; gli ultimi rientrati dall’Islanda parlavano tutti di nebbie spesse che avevano potuto far ritardare il battello; e poi gli era venuta un’idea; una fermata alle isole Feroè che sono delle isole lontane situate sulla strada e da cui le lettere mettono molto tempo a venire; questo era successo proprio a lui una quarantina di anni fa e la sua povera mamma aveva fatto dire una messa per l’anima sua... Un così bel battello la «Leopoldina» quasi nuovo, e con forti marinai a bordo....

La vecchia Moan girava attorno ad essi scotendo la testa, l’angoscia della sua nipotina le aveva quasi resa la forza e le idee; ella aggiustava la casetta, e guardava ogni tanto il piccolo ritratto giallo del suo Silvestro attaccato al granito del muro, con le sue ancore di marinaio e la sua corona mortuaria di perle nere. Dal giorno in cui il mare le aveva preso il suo nipotino, ella non credeva più al ritorno dei marinai; non pregava più la Vergine serbandole un cattivo rancore nel cuore.

Ma Gaud ascoltava avidamente quelle parole consolatrici, mentre che i suoi grandi occhi cerchiati guardavano con una tenerezza profonda quel vecchio che rassomigliava tanto al suo adorato; averlo là, presso di lei, era come una protezione contro la morte, e si sentiva più rassicurata, più riavvicinata al suo Yann. Le sue lagrime cadevano silenziose e più dolci e, tra se stessa, ripeteva le sue preghiere ardenti alla Vergine Stella del mare.

Una fermata là basso, nelle isole; delle avarie forse; infatti era una cosa possibile. Si alzò aggiustò i suoi capelli, fece una bella toletta come se egli potesse ritorna-