Pagina:Loti - Pescatori d'Islanda.djvu/25

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poi lusingata deliziosamente, ella aveva finito por rispondere:

— Vi ringrazio, signor Yann: ed anche io preferisco stare con voi più che con altri.

Questo era stato tutto, ma da quel momento sorse tra loro una confidenza intima e voluttuosa. Si ballò al suono delle viole, dei violini; quando egli veniva a riprenderla, dopo aver ballato per convenienza con qualche altra essi scambiavano un sorriso come di due amici che si ritrovino e continuavano la conversazione interrotta.

Ingenuamente Yann raccontava la sua vita di pescatore, le sue fatiche, le prime ed aspre difficoltà della vita. Ora si erano tranquillizzati, a causa di un resto di naufragio che suo padre aveva trovato nella Manica, e la cui rendita gli aveva fruttato circa diecimila lire senza la parte che ne aveva dato allo Stato; ciò aveva permesso di costruire un primo piano al di sopra della loro casa, la quale era alla punta del paese Ploubazlanec, tutta alla uscita delle terre, al borgo di Pors-Even, dominante la Manica, con una veduta bellissima.

— E’ duro — egli disse — questo mestiere d’Islanda; partire come adesso dal mese di febbraio, per un tal paese, dove fa un freddo così intenso e con un mare cattivo.....

Gaud ricordava questa conversazione lontana, come una cosa di ieri, la ripassava lentamente nella sua memoria, guardando la notte di maggio cadere su Paimpol. Se egli non avesse avuto delle idee di matrimonio, perchè le avrebbe detto tutti questi dettagli della sua esistenza, che ella aveva ascoltati un poco come fidanzata? Egli non aveva pertanto l’aria di un giovanotto banale, amante di confidare i suoi affari a tutti.......... Il mestiere è buonissimo — aveva detto egli — e per me non lo cambierei affatto. Degli anni sono ottocento franchi, degli altri milleduecento, che mi danno al ritorno e che consegno a mia madre.