Pagina:Loti - Pescatori d'Islanda.djvu/57

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mandazioni, a cui egli rispondeva a bassa voce, con piccoli molto sommessi, con la testa curvata teneramente verso di lei, guardandola con i suoi occhi dolci, dall’aria di fanciullo:

— Avanti, vecchia mia, bisogna decidersi se volete partire!

Presa dallo spavento di perdere il treno, si preparò i suoi involti — poi lasciò cadere tutto a terra, per attaccarsi al collo di lui in un amplesso supremo. La guardavano tutti in quella stazione; ma non facevano più sorridere la gente. Spinta dagl’impiegati, sfinita, perduta, essa si gettò nel primo scompartimento che le capitò ed egli, prendendo la sua corsa leggiera di marinaio, descrivendo una curva di uccello che vola, giunse alla barriera per salutarla un’altra volta.

Un grande fischio, uno strepito assordante di ruote e la vecchia nonna passò. Egli appoggiato alla barriera, agitava con grazia giovanile il berretto dai nastri svolazzanti, ed ella curvata alla finestra del suo vagone faceva segno col suo fazzoletto per essere meglio riconosciuta.

Più lungamente che le fu possibile distinse quella forma bleu-nera, che era ancora il suo nipotino, e lo seguì con gli occhi gettandogli, con tutta la sua anima, quell’«arrivederci» sempre incerto che si dice ai marinai che vanno via.

Guardalo bene, povera vecchia, questo piccolo Silvestro, fino all’ultimo momento, segui la sua figura fuggente che si cancella là basso per sempre..... E quando non lo vide più, ricadde, seduta, non preoccupandosi della sua bella cuffia, piangendo a singhiozzi, in un’angoscia di morte....

Egli se ne ritornava lentamente, con la testa bassa, con delle grosse lagrime che gli scendevano per le guance.

La notte di autunno era venuta, il gas acceso dovunque e la festa dei marinai cominciata. Senza badare a niente,