Pagina:Loti - Pescatori d'Islanda.djvu/67

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menti, con tutte le vele spiegate, si eran dispersi come gabbiani.

Poi la brezza era andata diminuendo e la velocità con essa; una folta nebbia vagava sulle onde.

Yann era diventato più silenzioso del solito.

Egli si lagnava del tempo troppo calmo e sembrava aver bisogno di agitarsi, per scacciare dall’animo suo delle ossessioni. Ma, purtroppo, egli non aveva altro a fare che a scivolare tranquillamente in mezzo alla tranquillità dell’ambiente; egli non aveva che da respirare ed attendere. D’intorno non si vedeva che del grigio profondo ed il silenzio assoluto regnava....

A un tratto un rumore sordo, appena percettibile, ma insolito si fece sentire. E la Maria, interrompendo la sua traversata, restò immobile....

Incagliata! Dove? e su che? Probabilmente su qualche banco della costa inglese. Per la nebbia fittissima nulla si poteva scorgere.

Gli uomini si agitavano, correvano e la loro eccitazione contrastava con la tranquillità glaciale del loro battello.

In mezzo a quell’immensità di cose fluide che, per quel tempo molle, sembrava non avessero consistenza, la Maria era stata presa da un non so che di resistente e d’immutabile, nascosto sotto le acque; era stata ben presa e forse rischiava di morire.

Chi non ha visto un uccellino, o una povera mosca, attaccata per le zampe ad un vischio?

La prigionia non muta il loro aspetto; — per accorgersene bisogna sapere che sono presi al di sotto col pericolo di non staccarsi più.

E’ in seguito, quando, dibattendosi, il vischio imbratta loro le ali e la testa, che esse prendono quell’aria pietosa di bestie che stanno per morire.

Era così per la Maria; al principio non sembrava