Pagina:Lucifero (Mario Rapisardi).djvu/278

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lucifero

Raggi e sorrisi a qual ti porga il volto,
20E i più miti alla terra. Umile in vista
E ritrosa al tuo sguardo offre ella il grembo
Palpitante a la lunge, e non si attenta,
A par del fuggitivo Èrmete, appresso
Fartisi tanto, che mortal saetta
25L’amoroso tuo raggio a lei diventi.
Tu per propria virtù dal mare insonne
Traggi i vapori, e in nubi atre li addensi,
Che indi, in pioggia disciolte, al vigilato
Solco dan biade e pomi al bosco e nuova
30Freschezza alla vitale aere, da cui
Vigor nuovo di membra all’uom deriva.
Nè i sensibili corpi orni soltanto
In visibile guisa, e ti compiaci
D’apparente beltà, però che in seno
35Scendi a tutti i mortali, e, a quella forma
Che scaldi e svolgi il fecondato seme,
E del tuo sguardo il puro etere allumi,
Desti così nell’ordinata mole
Delle membra il pensier, ch’è de l’eterna
40Ben disposta materia agile alunno.
Qual dalle scarse gelosie d’un chiostro
Libera il guardo al ciel la verginella
Disïosa d’amor, tal dall’oscura
Compagine mortal di nervi e d’ossa
45Si sprigiona l’amante animo, e, tutto
Di te, sovrano genitor, sentendo
L’occulto foco e la natía virtude,
Pei campi dell’eterno essere, in cerca
D’ignote sfere e di negati oggetti,
50Lanciasi, e tanto si dilunga e sorge,
Che par sostanza spirital, che possa
Dagl’involucri suoi viver divisa.
Ma chi dirà, che viver possa il modo



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