Pagina:Lucifero (Mario Rapisardi).djvu/316

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lucifero

Il primiero consiglio, e vòlto il capo
Subitamente, s’avventâro ai fianchi
580Dell’iracondo novator. Qual pura
Fiamma tendente al Sole e del Sol figlia,
Se a la putida pece arda vicina,
A lei tosto s’apprende: a poco a poco
Struggesi questa; in negre bolle impure
585Gorgoglia, e più e più spandesi, in tanto
Che giallo e crasso infesta l’aria il fumo;
Tal divenne Lutero, allor che intorno
Gli s’avvinghiâro ai poderosi fianchi
I due rabidi santi, a cui bentosto
590Crepitando ei s’appiglia. Un fiero strido
Mandan gli audaci, e di balzar fan prova,
E staccarsi, e fuggir; ma appiccicati
Restano a lui così, che in foggia strana
Fan di tre forme un mostruoso aspetto.
595Corre pe’l ciel l’inesorabil fiamma,
Che li attacca, e li fonde, e meraviglia
N’han tutti intorno; ed ora i cornei crini
Gli avvampa, or gli erra su le picee terga
Con feroce pigrizia, or dentro ai vivi
600Occhi gli siede, e nei precordj scende,
E i visceri gli mangia, e l’ossa ignude
Con lenta voluttà rode e consuma.
    Seguían queste giustizie; ed ecco a fronte
Dell’egro nume il gran ribelle arriva.
605Solo il trovò nel più recesso loco
Del paradiso; e nullo era, di quanti
Alle mense di lui s’eran nutriti,
Che alla difesa or vigilasse: ognuno
Che innanzi al passo dell’eroe non era,
610Futile inciampo, ancor disperso o vinto,
O il vol dava alla fuga, o in un furtivo
Ripostiglio del ciel, pallido, ansante



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