570Vostro e d’altrui, larve patrizie, all’opra!
Tal giudice v’è sopra,
Che a nulla mai quanto all’oprar perdona.
Nè del ceruleo sangue
Vi gioverà l’inclita stilla, o il caro 575Peso di scrigno avaro,
Solo a’ capricci di lussuria aperto;
Nè, meno ignobil merto,
Le insigni opre dei padri: egro e codardo
Nipote da gagliardi avi discende, 580Qual dalla salma d’un illustre antico
Discende il vil lombrico.
Industre ed ingegnosa
Gente ai travagli del pensiero avvezza
Come ad opra di man, combatte ed osa 585Assidua ed animosa,
Ed a mezzo il cammin mai non assonna.
Dalle vulgari ed ime
Sedi s’inalza a mal contesa altezza,
E, rampogna sublime 590Cui l’ozio ingombra e l’ignoranza opprim,
Sa ciò che vale, e di sè stessa è donna!
Tal suonava d’intorno al Pellegrino
Meravigliosa un’armonia, fra tanto
Che drittamente sul suo capo un fiume 595Glorioso di raggi il Sol piovea.