Pagina:Lucrezio e Fedro.djvu/219

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Lib. III. Fav. XV. 205

     Esopo vincitor: Se l’arco teso,
     Terrai sempre, sarà ben tosto infranto;
     Ma se il rallenti, fia che forza acquisti.
          * Così la stanca mente abbia ristoro,
     Onde a’ gravi pensier’ più sciolta rieda.15


FAVOLA   XV.

Il Cane all’Agnello.

A un Agnel che belava infra le capre
     Ove, gli dice il Can, folle t’aggiri?
     Qui non c’è la tua madre: indi in remota
     Parte le pecore gli dimostra.
     5Non quella, che a talento concepisce,
     E un tempo fisso porta ignoto peso,
     Poscia cader dal ventre il lascia, io cerco.
     Io colei cerco, che sue poppe appresta.
     E a’ figli toglie, sicchè io n’abbia, il latte.
     10Pur chi ti partorì più prezzar dei.
     A partito t’inganni. E come seppe,
     Se nascer bianco, o pur nero io dovessi?
     Ma via, saputo l’abbia; fu gran dono,
     Volermi maschio, perchè tal nascessi,
     15Ch’ognor del macellajo il colpo attenda.
     Come vuoi ch’anzi quella apprezzi, ed ami,
     Cui nulla scelta in generar si lascia,