Pagina:Lucrezio e Fedro.djvu/237

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Lib. IV. Fav. XV. 223

     L’invitò, così il nettare gli piacque,
     Che in piè non ben reggendosi, a gran notte
     A casa giunse: ed ei, che vuol pur compiere
     L’intrapreso lavoro; e sonno, e vino
     15Sì l’ingombra, che i membri non discerne,
     E quel de l’uno applica all’altro; e quinci
     Un rio piacer la voluttà ne prova.


FAVOLA   XV.

Le Capre e i Becchi.

PArean sdegnarsi i Becchi, allorchè Giove
     Fe’ de la barba a le Caprette il dono:
     Quasi le mogli a lor volesse uguali.
     Cui Giove: deh lasciate, che cotesta
     5Godan ombra di gloria, e gli ornamenti,
     Quando il vigor lor manca, abbian comuni.
          * A non curar la novelluzza insegna
     Se alcun, che di valor lasciamo addietro,
     Rassembri ugual ne l’apparenze a noi.